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Google denunciata da un dipendente per spionaggio interno

di Federico Collaboratore

Un product manager che lavora per Google sta portando il gigante tecnologico in tribunale per le sue politiche di riservatezza, che presumibilmente violano le leggi sul lavoro della California. Secondo le informazioni, la causa è stata presentata oggi presso la Corte Superiore della California a San Francisco. L’attore della controversia sostiene che il colosso di Mountain View gestisce “un programma di spionaggio interno” che stimola i dipendenti a segnalare i membri dello staff, che sono sospettati di fuga di informazioni riservate ai media.

La querela descrive la definizione di Google di informazioni riservate come “tutto in Google”, che presumibilmente vieta anche al personale dell’azienda di Mountain View di denunciare attività illecite che possono verificarsi all’interno della società anche ai propri consulenti legali. Altre politiche descritte nella querela obbligano i dipendenti a tenere la bocca chiusa su temi quali le condizioni di lavoro.

E anche impedire ai membri del personale da “scrivere un romanzo su qualcuno che lavora presso “una società nella Silicon Valley” senza l’approvazione della corporation sul progetto definitivo. Il gigante tecnologico potrebbe pagare fino a 3,8 miliardi di dollari se il tribunale lo dichiara colpevole su tutte le 12 violazioni delle leggi sul lavoro della California. Il 75% della pena andrebbe allo Stato e il restante 25% sarebbe distribuito equamente tra i 65.000 dipendenti di Google. Che ammonta all’incirca a 14.600 $ per dipendente.

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