I BRICS si potenziano con la tecnologia: l’India prepara la rupia digitale

L’importanza delle criptovalute di Stato, note anche come CBDC (Central Bank Digital Currency), è aumentata talmente tanto da far sì che le stesse vengano utilizzate anche per infliggere sanzioni. Proprio in base a questa crescita ormai sotto gli occhi di tutti, entro la fine del 2022 pare proprio che vedremo arrivare la rupia digitale in India, almeno stando a quanto fa trapelare il governo indiano.

Già lo scorso febbraio il ministro delle finanze, Nirmala Sitharaman, aveva parlato del fatto che la Reserve Bank of India (RBI) avrebbe emesso la propria criptovaluta entro l’anno. La fase di test servirà a rendere la valuta all’altezza di ogni sfida, con il lancio previsto per dicembre. La RBI può avvalersi del supporto di State Bank of India, Punjab National Bank, Union Bank of India e Bank of Baroda, oltre che dell’azienda statunitense FIS.

Una scelta, quella della rupia digitale, che comunque spiazza non poco, dato che la penisola asiatica non ha mai mostrato un approccio troppo favorevole alle criptovalute in quanto le monete virtuali non assicurerebbero le dovute garanzie. Tuttavia, mentre le criptovalute come il Bitcoin sono gestite da società private, le CBDC sono sotto il controllo dello Stato ed è un aspetto che ovviamente tranquillizza maggiormente i consumatori, che possono avere più protezione da eventuali truffe.

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Roberto Naccarella: Giornalista pubblicista, 32 anni, ho sempre avuto una grande passione: scrivere. Mi piace lo sport, seguo la politica, amo la musica. Diffido di ogni forma di elitarismo. Sono nato il giorno di San Patrizio e mi sento un pò irlandese.