Allarme ChatGPT e Grok: conversazioni private apparse su Google

L’utilizzo di chatbot di intelligenza artificiale come ChatGPT e Grok sta esponendo alcuni utenti a seri pericoli. Sono tantissimi coloro che ogni giorno chiedono l’aiuto dell’IA caricando all’interno delle conversazioni contenuti sensibili e dati personali, anche di natura sanitaria, convinti che le conversazioni siano totalmente private.

In realtà, può non essere così, in quanto il contenuto di alcune conversazioni presenti su ChatGPT e Grok possono diventare accessibili a chiunque. Le conversazioni di cui stiamo parlando sono quelle che vengono condivise. Quando gli utenti condividono le conversazioni avute su questi chatbot, viene generato un link di condivisione.

Se questo link di condivisione viene postato nel luogo sbagliato, la conversazione può finire sul web e indicizzata su motori di ricerca come Google e Bing. La società che possiede ChatGPT, OpenAI, ha provato ad eliminare l’indicizzazione dalle pagine che si aprono accedendo a questi link, tuttavia una copia di queste conversazioni può rimanere sul web a tempo indeterminato.

La scoperta è arrivata da un’inchiesta della testata Digital Digging, la quale ha svelato che oltre 100.000 conversazioni sui chatbot sono state salvate e conservate in modo permanente sulla Wayback Machine di Archive.org, noto archivio digitale del web. Per il momento, nessuna richiesta riguardo la rimozione di queste chat è pervenuta da parte di OpenAI.

Michele Ingelido: Blogger che da anni lavora nel settore tecnologico. Da perito tecnico mi definisco non solo un incurabile fanatico della tecnologia, ma anche un profondo estimatore di tutto ciò che intelligentemente crea innovazione, specie se in modo anticonformista… Un po’ come il Rock ‘n Roll!