Coronavirus: i camerieri diventano robot in nome della distanza sociale

La Fase 2 dell’emergenza coronavirus ha permesso agli esercizi commerciali di riaprire, fermo restando il rispetto di una serie di norme per prevenire il contagio da Covid-19. Igiene e mascherine obbligatorie, oltre ovviamente al distanziamento sociale, che impone un ripensamento dell’attività soprattutto per bar, ristoranti, caffetterie, pizzerie. Per far sì che non si creino pericolosi avvicinamenti, anche tra clienti e personale, in un ristorante a conduzione familiare si stanno affidando alla tecnologia avanzata attraverso dei robot.

Siamo a Renesse, una città olandese, dove i titolari del Royal Palace hanno deciso di aggiungere altri due camerieri molto speciali. Si tratta di due robot, chiamati ad accogliere i clienti nel locale, fornire i menu, servire le pietanze e raccogliere i piatti usati, il tutto nel pieno rispetto del distanziamento sociale. Le reazioni dei clienti sono state piuttosto variegate: c’è chi ha apprezzato molto l’idea che consente di abbassare al minimo il rischio di un contatto; altri invece ritengono che i robot camerieri siano troppo impersonali.

“Ci aiutano con il lavoro che facciamo. Siamo spesso occupati a pulire i tavoli e danno una mano in più”, ha spiegato la figlia del proprietario del ristorante, Leah Hu. I robot sono stati impiegati anche in altri settori, specialmente negli ospedali cinesi, per minimizzare le morti di infermieri e altro personale medico che sarebbero derivate dalle conseguenze del contagio da coronavirus. Che ne pensate di questo tipo di soluzione? Ne appoggereste l’adozione in Italia?

Via: The Verge

Roberto Naccarella: Giornalista pubblicista, 32 anni, ho sempre avuto una grande passione: scrivere. Mi piace lo sport, seguo la politica, amo la musica. Diffido di ogni forma di elitarismo. Sono nato il giorno di San Patrizio e mi sento un pò irlandese.