Ricarica wireless? Meno ecologica di quella cablata (anche quella di Apple)

Negli ultimi tempi abbiamo visto come le aziende principali che operano nel settore degli smartphone stiano puntando con sempre maggiore decisione alle tecnologie di ricarica wireless, adducendo a volte anche motivazioni ecologiche e ambientali. Tuttavia, gli osservatori più attenti hanno tenuto a sottolineare come questa giustificazione non abbia basi così solide, dato che ecosostenibilità e risparmio energetico non sarebbero affatto caratteristiche di questa tipologia di ricarica.

Come evidenziato dagli ultimi test, la ricarica wireless necessita di una basetta sempre accesa, che va inevitabilmente a consumare elettricità anche quando l’utente non mette il telefono in carica. Inoltre, in caso di allineamento scorretto delle bobine, si può verificare una dispersione di energia che raggiunge anche il 90%. Ma non è tutto, perchè stando all’indagine eseguita, anche con un allineamento perfetto la dispersione può arrivare al 40% in più rispetto ai caricabatterie classici.

Anche il caricabatterie MagSafe, lanciato ultimamente da Apple, deve fare i conti con una dispersione di energia, sebbene inferiore rispetto agli altri caricabatterie senza fili . Dispersione che invece appare molto più bassa con i caricatori a filo, che sono pertanto più ecologici di quelli wireless e hanno anche un consumo molto ridotto quando rimangono attaccati alla presa. Con queste conclusioni, a poco serve la decisione di Apple di rimuovere il caricabatterie dalla confezione dei suoi iPhone, almeno per quanto riguarda l’impatto ambientale. Con questi dati sarà opportuno riflettere sull’ampia diffusione della ricarica wireless.

Roberto Naccarella: Giornalista pubblicista, 32 anni, ho sempre avuto una grande passione: scrivere. Mi piace lo sport, seguo la politica, amo la musica. Diffido di ogni forma di elitarismo. Sono nato il giorno di San Patrizio e mi sento un pò irlandese.