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Bollette 28 giorni, come fare per essere rimborsati: le due modalità

di Roberto Naccarella

Novità molto interessanti sono appena pervenute sul fronte dei rimborsi che riguardano le bollette di linea fissa o fisso e mobile fatturate a 28 giorni. Dopo le proteste e i ricorsi, a cui è seguita la conferma che le compagnie telefoniche dovranno procedere al risarcimento dei propri clienti, è giunta anche la sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce come detti rimborsi debbano essere corrisposti automaticamente dai gestori.

Gli utenti coinvolti in questa situazione sono divisi in due categorie, ovvero quelli che sono ancora clienti del gestore telefonico responsabile dell’ingiusto addebito e quelli che invece nel frattempo hanno deciso di passare ad un’altra compagnia telefonica. Dato che si tratta di due “target” differenti, anche la modalità è diversa. Nel caso l’utente sia ancora cliente dell’operatore telefonico, non è tenuto a presentare richiesta per far sì che l’azienda provveda al rimborso della somma pagata in più. La compagnia provvederà a “stornare” l’eccesso: in sostanza, le successive bollette saranno più basse.

Coloro che invece non sono più clienti dell’operatore telefonico responsabile dell’ingiusto addebito devono presentare un reclamo alla compagnia, chiedendo il rimborso e specificando l’importo esatto. Come deve essere inviato il reclamo? Si può inoltrare tramite raccomandata A/R, oppure con la posta certificata (PEC), o in alternativa anche con il numero di reclamo. Per il calcolo del rimborso bisogna tenere conto del periodo che va dal 23 giugno 2017 al 5 aprile 2018.

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