Le custom ROM sono già cadute in disuso da tempo insieme allo sblocco dei permessi di root, ma adesso potrebbero ricevere il colpo di grazia. Google ha infatti deciso di introdurre l’obbligatorietà, su Android, di nuovi controlli hardware della Play Integrity API. Si tratta di uno strumento che aiuta gli sviluppatori a verificare se un’app funziona su un dispositivo considerato sicuro.
Questo tipo di controllo causa problemi sui dispositivi Android su cui sono stati sbloccati i permessi di root e installate custom ROM, in quanto molte app potrebbero non funzionare più. A ciò si aggiunge il fatto che i nuovi controlli sono basati su componenti hardware, quindi aggirarli è fin troppo arduo. Quindi, anche se il controllo serve a bloccare chi prova a rubare dati, usare funzionalità a pagamento gratuitamente ed altre pratiche simili, crea problemi anche a chi ha root e custom ROM.
La Play Integrity API può dare tre tipi di risultati di integrità in base al dispositivo (Basic, Device e Strong Integrity) e se uno smartphone non soddisfa i requisiti, le app potrebbero non avviarsi proprio. Basta lo sblocco del bootloader per far scattare i controlli e le app Android più a rischio di malfunzionamento sono quelle di home banking, le app mediche, i servizi di pagamento, i giochi online e le app di streaming.