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L’energia elettrica nel futuro si potrà ricavare dall’urina e dalle maree

di Roberto Naccarella

In un periodo dove la questione ambientale è sempre più centrale nel dibattito pubblico, nonostante le enormi superficialità dei governi mondiali, anche il discorso sull’energia proveniente da fonti rinnovabili riveste una grandissima importanza. La spinta verso un aumento delle auto elettriche, che si basano sulle zero emissioni a livello locale e quindi su un impatto ambientale drasticamente ridotto, passa soprattutto attraverso la ricerca di energie rinnovabili che consentano a questi mezzi un ciclo di vita più lungo.

In una recente ricerca, è infatti emerso che nel 2016 l’energia consumata nei Paesi appartenenti all’Unione Europea e proveniente da fonti rinnovabili era appena il 27,9%, con picchi virtuosi in Svezia (54,5%) dove si riesce a raggiungere risultati molto confortanti grazie al vasto utilizzo di pale eoliche. In Italia, invece, siamo fermi al 17,4%. Queste cifre hanno spinto a ragionare su nuove soluzioni, come ad esempio la possibilità di produrre energia elettrica dalle sostanze organiche come l’urina umana o animale.

Alcuni studi in tal senso sono quelli in corso presso l’Università di Bath, in Regno Unito, dove si sta sperimentando la possibilità di ricavare energia elettrica per le abitazioni dai “residui” dei bagni domestici. In Cina, invece, la ricerca è sull’energia mareomotrice, ovvero sulla possibilità di ottenere energia elettrica con gli spostamenti d’acqua provocati dalle maree.

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