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Il matrimonio Nvidia-ARM non s’ha da fare: ormai è quasi certo

di Roberto Naccarella

Alla fine NVIDIA ha dovuto gettare la spugna, o almeno così pare. Quasi un anno dopo aver manifestato l’intenzione di acquisire la britannica ARM, il celebre produttore di processori grafici sembra aver rinunciato all’idea, probabilmente a causa delle forti polemiche scoppiate non solo nel Regno Unito, ma anche in Europa e negli Stati Uniti, con i regolatori sul piede di guerra. In più, aziende come Apple, Qualcomm e Samsung hanno storto il naso di fronte al tentativo di NVIDIA, convinte che la mossa avrebbe prodotto delle crepe nell’approccio neutrale di ARM.

I portavoce delle due realtà continuano a dirsi speranzosi sul fatto che si arrivi ad un’approvazione dell’operazione, convinti che tale strategia rafforzi la concorrenza e l’innovazione. Ma la realtà, stando a quanto riferito da Bloomberg, è che NVIDIA avrebbe già avvisato i partner di non voler portare a termine l’operazione di acquisizione. Come accennato, le preoccupazioni delle altre aziende riguardano soprattutto l’eventualità che l’acquisizione modifichi l’atteggiamento di ARM, che fornisce le stesse licenze di chip a tutti (Apple, Qualcomm, Samsung, MediaTek e così via).

Entrando a far parte del business del produttore di schede grafiche, il timore dei regolatori e delle società che operano nel settore tecnologico è che invece ARM venga gradualmente influenzata dal produttore di processori grafici, perdendo quel ruolo di fornitore di licenze di chip neutrale che le è riconosciuto da tutti. Nel frattempo SoftBank starebbe lavorando per quotare l’azienda in borsa dopo una crescita dei ricavi del 16,7% avvenuta nel 2020, specialmente per merito dell’avvento del 5G.

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