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La guerra di Putin è anche cyber, ma ora se la vedrà con Anonymous

di Roberto Naccarella

Nei piani di Vladimir Putin non c’è solo l’avanzata militare sul territorio ucraino. Tra le strategie di Mosca, infatti, spiccano anche gli attacchi hacker, in modo tale da condurre una cyber guerra parallela al conflitto avviato ieri mattina, con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo. Come noto, la situazione è precipitata nel giro di pochissimi giorni: prima il riconoscimento dell’indipendenza delle due province di Donetsk e Lugansk da parte della Russia, poi l’annuncio dell’intervento militare da parte di Putin, fino alle immagini dei missili che stanno colpendo fino a Kiev.

Uno scenario temuto già molte settimane fa, quando la tensione tra Russia e Ucraina era ormai salita fino ai livelli di guardia e i tentativi diplomatici di evitare il conflitto apparivano scarsamente efficaci. Da settimane è in atto sul web anche la citata cyber guerra, con gli hacker russi entrati in azione per infliggere colpi durissimi all’Ucraina anche su questo fronte.

Come riportato da alcuni siti, infatti, i pirati informatici di Mosca avrebbero già sabotato alcuni dei principali siti web istituzionali di Kiev, tra cui la Rada (il Parlamento ucraino, ndr) e il sito del Ministero degli esteri. Ma non è tutto, perché nel mirino degli hacker russi è finito anche il sito dei servizi di sicurezza dell’Ucraina. Un attacco a tutto campo, quello di Putin, deciso a non cedere un millimetro: basterà la minaccia di pesanti sanzioni da parte di USA e UE per fermare l’avanzata russa? La Cina le ha già bocciate e ha definito la Russia un Paese in grado di recuperare, mentre il governo russo ha già annunciato vendetta.

Intanto a rispondere alla cyber guerra arriva il collettivo Anonymous che tramite un tweet si dichiara ufficialmente in guerra contro la Russia rivendicando i suoi ultimi attacchi informatici. Il collettivo hacktivista internazionale è riuscito a mettere fuori uso il sito Russia Today News, principale arma propagandistica di Vladimir Putin, e per un certo periodo di tempo anche il sito del Cremlino e della Duma (ora tornati online). La “legione” promette ulteriori azioni volte ad attaccare il governo russo e a ripristinare la pace.

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