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Facebook, attacco colossale alla privacy: in Italia furto di dati per 37 milioni

di Patrizia Maimone

Periodi duri sul web per quanto concerne i nostri dati sensibili e, in generale, la nostra privacy. Non è la prima volta che sentiamo di furti di informazioni, utilizzi non autorizzati e simili. Ma quando problemi di questo tipo riguardano un colosso mondiale come Facebook, la notizia non può far altro che il giro della rete. Moltissimi gli utenti preoccupati per l’ennesima falla che avrebbe, secondo quanto trapelato, fatto perdere al social network qualcosa come 533 milioni di dati. Facciamo chiarezza un po’ più da vicino.

Facebook, nuova falla della sicurezza

La nuova falla sulla privacy che ha coinvolto Facebook e che ha minato la sicurezza dei dati di tantissimi iscritti in tutto il mondo sta mettendo in allarme tutti quanti. Le nostre informazioni personali, difatti, sono in pericolo e sono, adesso, accessibili a tutti (ovviamente anche ai malintenzionati!). L’ultima violazione della privacy ha dimensioni incredibili che coinvolgono qualcosa come 533 milioni di dati. Ma cosa si intende esattamente per “dato sensibile”?

Quanto finito nella cosiddetta dark web sono tantissimi dati degli iscritti a Facebook. Parliamo di numeri telefonici (quelli che di solito utilizziamo per confermare i nostri account), indirizzi email, nominativi, indirizzi, situazioni lavorative, profili, ogni tipo di informazione personale che abbiamo deciso di condividere sul social network. Una violazione che, a quanto pare, non ha precedenti e che ha coinvolto tantissime nazioni in tutto il mondo.

I dati in Italia e le possibili conseguenze

Se, a livello globale, i dati interessati da questa violazione sono ben 533 milioni, in Italia non c’è da stare molto allegri. Sembra, infatti, che siano ben 37 milioni i profili Facebook degli iscritti italiani che sono stati trafugati e le cui informazioni sono ora alla mercè di tutti. E da qui si comprende benissimo quelle che sono le proporzioni del fenomeno. Se 37 milioni sono i profili colpiti, significa che la metà della popolazione italiana è interessata dal problema.

Consideriamo, però, che non tutti sono iscritti a Facebook, che esistono dei profili doppi o dei fake, è quasi scontato che la quasi totalità degli iscritti italiani abbia condiviso involontariamente i propri dati sensibili con la dark web. Pare lecito, a questo punto, chiederci cosa accadrà adesso? Non è ancora chiaro! Le conseguenze potrebbero, però, riguardare davvero tutto il mondo. In Italia si spera in un intervento quanto più repentino possibile del Garante per la Privacy. Continueremo a monitorare la situazione e vi aggiorneremo sui prossimi aggiornamenti.

Fonte

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