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Google Fuchsia arriva sui Pixelbook: sarà il nuovo Android?

di Roberta Betti

Google Fuchsia, il sistema operativo sperimentale creato dalla casa di Mountain View per aiutare i developer a testare nuove soluzioni open source, sembra essere pronto ad un vero salto di qualità. L’ultima versione dell’OS è infatti in prova sui Google Pixelbook, in vista di una sua futura evoluzione che potrebbe portare Fuchsia a competere in popolarità con il vicinissimo “parente” Android.

Per chi non ne fosse al corrente, Google Fuchsia rappresenta una piccola “anomalia” tra i sistemi operativi di casa Google: se i popolari Android e Chrome OS sono costruiti attorno al kernel Linux, Fuchsia trova la sua genesi nel microkernel Zircon (che alcuni di noi ricorderanno con il vecchio nome di “Magenta”). Si tratta di un nucleo software completamente separato rispetto a quello dei 2 sistemi operativi di punta di Big G, il che potrebbe portare a nuovi usi e applicazioni.

Google Fuchsia, tuttavia, non è ancora un OS completamente “trasparente”: gran parte delle sue funzionalità rimangono ancora avvolte nel mistero. E Google sembra essere più intenzionata a testare le potenzialità del sistema su hardware di nuova generazione e sulla sua ottimizzazione, più che all’implementazione di nuove funzioni, al momento. Questo significa che Fuchsia sarà più “libero” di non rispettare i parametri che lo rendono compatibile con i device più obsoleti e i dispositivi legacy, a differenza di Chrome OS e Android.

Le potenzialità per un OS moderno ed efficiente, con Fuchsia, sembrano quindi esserci: il suo futuro è in mano a Big G, che dovrà scegliere il miglior assetto in termini di compatibilità e software disponibile per affiancarlo agli OS open source attualmente disponibili.

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