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Lo streaming pirata ha le ore contate: multe anche per chi guarda

di Paolo Violante

L’adozione di misure più severe contro la pirateria online nel mondo dello streaming (e non solo) è ormai alle porte, soprattutto in seguito all’approvazione da parte della Camera di un nuovo documento legislativo che prevede un inasprimento delle sanzioni per coloro che diffondono e usufruiscono di materiale piratato.

Parallelamente, l’Autorità Garante per le Comunicazioni (AGCOM) vedrà un aumento dei propri poteri, consentendole un’azione più incisiva contro le violazioni informatiche, comprese quelle relative alla diffusione di contenuti in streaming. Con 256 voti all’unanimità, la proposta si dirige ora al Senato per il voto finale. Considerando il risultato del voto alla Camera, appare improbabile un esito diverso dall’approvazione.

Dopo l’avallo da parte di entrambe le Camere, le nuove sanzioni entreranno in vigore: fino a 3 anni di reclusione per chi diffonde contenuti piratati e multe fino a 5.000 euro per gli utenti che ne usufruiscono, colpendo così sia chi distribuisce sia chi fruisce di materiale illegale.

Come menzionato, il provvedimento prevede un ampliamento delle competenze dell’AGCOM, che potrà agire in maniera più incisiva contro le IPTV e altre soluzioni che eludono le leggi sul diritto d’autore, soprattutto in relazione alla visione di Serie A, serie televisive, film e altro.

Tra le nuove prerogative, l’AGCOM avrà la capacità di bloccare, entro 30 minuti, i siti che vengono sorpresi a diffondere materiale piratato. Gli utenti connessi riceveranno un avviso che li informerà dell’azione dell’Autorità e della possibilità di essere segnalati alle autorità competenti. La rilevazione degli utenti non avverrà più tramite DNS, ma attraverso l’indirizzo IP, rendendo più difficile evitare l’identificazione.

L’obiettivo è automatizzare il processo il più possibile, per garantire interventi rapidi ed efficaci, superando le limitazioni degli attuali strumenti, la cui lentezza rappresenta il principale punto debole. Ora si attende il passaggio al Senato, ma è evidente che, una volta approvato definitivamente il provvedimento, ricorrere a soluzioni illegali per accedere a contenuti digitali comporterà rischi molto più elevati.

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