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Il 5G non è pericoloso e ha emissioni inferiori al 4G: AGCOM

di Michele Ingelido

Il 5G è tutt’altro che pericoloso. Lo dichiara il professor Angelo Marcello Cardani, noto per essere il presidente di AGCOM, durante la relazione tenutasi alla XI Commissione Permanente dei Trasporti, Poste e Telecomunicazioni. Pur asserendo che l’inquinamento elettromagnetico sia dannoso e in quantità eccessiva porti pericoli, il presidente ha affermato che l’Italia è distante anni luce dai livelli iniziali di pericolosità delle reti di quinta generazione in quanto i limiti imposti dalla legislazione sono i più bassi fra tutti i Paesi. Inoltre questi limiti non sono nemmeno supportati fondatamente dalla scienza.

Il professor Cardani prosegue dichiarando che il 5G è una tecnologia non pericolosa stando a pareri altamente qualificati, e che il suo livello di emissioni è molto inferiore rispetto alle reti 2G, 3G e 4G utilizzate in tutto il mondo, per le quali non c’è tutto questo allarmismo da parte dei cittadini. Al contrario le reti di quinta generazione saranno invece molto utili e d’impatto per l’azzeramento del digital divide, ossia quel fenomeno che si verifica nelle zone non coperte dalle reti più veloci a causa del quale molti servizi che richiedono una buona connessione non possono essere fruiti. Gli allarmisti e chi si sta opponendo alle nuove reti, secondo quanto portato alla luce da AGCOM, non possono fare altro che ricredersi.

AGCOM ci comunica inoltre che l’Europa ha fissato il 2025 come limite per il raggiungimento della copertura 5G ininterrotta nelle zone urbane e nelle principali linee di trasporto via terra. Ciò servirà ad assicurare in più aree possibile la fornitura di servizi di nuova generazione. Attualmente l’Italia è al primo posto in Europa per la gestione delle frequenze del 5G. Uno dei pochi svantaggi delle nuove reti sarà il cambio delle frequenze del digitale terrestre che porterà i possessori di molte TV non supportate a cambiare televisore o installare un decoder.

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