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Meta annuncia la prima AI per la traduzione delle lingue non scritte

di Roberto Naccarella

Il nuovo sistema basato su intelligenza artificiale di Meta si presenta come un traduttore universale del linguaggio, che prende il nome di Universal Speech Translator (UST). La dicitura ‘universale’ deve essere intesa nel senso più ampio, dato che il sistema si occuperà anche di tutti gli idiomi parlati e non scritti, come ad esempio il dialetto Hokkien parlato da moltissime persone cinesi in tutto il pianeta.

L’obiettivo di strumenti come Universal Speech Translator di Meta è duplice: oltre alla salvaguardia degli idiomi emerge la volontà di mettere sempre più a contatto le persone, abbattendo le barriere linguistiche. Le lingue non verbali sono circa il 40% e Meta ha intenzione di dedicarsi anche a questi idiomi, come ha chiaramente spiegato Mark Zuckerberg nell’annuncio di Ust (che sarà anche open source).

Chiaramente la sfida più grande consiste nell’ottimizzare i dati che riguardano le lingue orali, ovviamente piuttosto scarsi: pertanto la ricerca e l’addestramento richiederanno un lavoro più impegnativo e di conseguenza più tempo. Con il dialetto Hokkien, il team di lavoro ha tradotto conversazioni nella lingua maggiormente prossima, il cinese mandarino, e poi le ha convertite in inglese, procedendo successivamente con l’inverso, ovvero dall’inglese al dialetto Hokkien passando per il mandarino. Man mano l’intelligenza artificiale si è migliorata, arrivando ad una traduzione sempre più fedele.

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